Ci sono cose che si possono e cose che no
tu -ad esempio- non puoi dire di amarmi
l’immoralità di farlo sarebbe palese.
Io -per contro- non posso riaverti.
Ma posso bere una birra, o scriverti versi
e tu li puoi leggere se passi di qui
su tutto il resto, io, non ricordo regole
quindi scrivi,o leggi, secondo il tuo ruolo.
Le cose giuste (i tre Sel)
Mi ha chiesto di parlargli di giorni passati, e io gli ho detto che aprile non è il mio momento: mi ha promesso di scrivermi, il cinque del mese.
Era notte, o almeno sera, perché è al buio che succedono le cose. Con il primo iniziava sempre alle dieci, erano le mani, per prime, a fermarsi. Poi toccava ai piedi, che si muovevano appena. Per il secondo dipendeva dall’orario della cena, ma arrivava sempre un momento in cui gli contavo le ciglia.
Ed ora ci sei tu, e non sono sicura di quali siano i termini dei nostri limiti. Comincia la sera, ovviamente, come sempre, e si protrae la notte, anche fino al mattino. A volte fa male come se non fossi io, questa volta, ad avere le lame, altre invece è come un abito lungo: leggero sul petto e che scende frusciante.
Se vuoi, se davvero lo vuoi, puoi farmi otto domande, e io ti spiegherò i colori che non uso più, uno per uno. Ti dirò del bianco e di come graffia alla gola, del calore del verde che mi avvolge la spalla, ti sussurrerò dell’arancione e del viola, col dovuto rimpianto, e una nuca non mia, sono andati anche il giallo, e il blu, ma per motivi minori, mentre il grigio e il rosso sono solo etichette.